26 giugno 2015

Reato di tortura in Italia, subito!

Oggi è la giornata internazionale per le vittime di tortura. Negli ultimi cinque anni ci sono stati casi di tortura in 141 paesi. E in Italia attendiamo da 26 anni una legge che introduca il reato di tortura.

20 giugno 2015

Profughi oggi: la via della solidarietà

Il 20 giugno è la “Giornata internazionale del rifugiato”: proclamata dalle Nazioni Unite nel 2001 per commemorare l'approvazione nel 1951 della “Convenzione sui rifugiati” (Convention Relating to the Status of Refugees), ricorda anche la condizione di milioni di persone in tutti i continenti costrette a fuggire dai loro Paesi e dalle loro case a causa di persecuzioni, torture, violazioni di diritti umani, conflitti e guerre.
Firma della "Convenzione sui rifugiati"

Rifugiato, infatti, è chi è stato espulso dal proprio Paese a causa di discriminazioni politiche, religioserazziali, di nazionalità o è fuggito da una guerra e trova ospitalità in un Paese straniero che riconosce legalmente il suo status. A differenza del migrante il rifugiato non ha scelta: non può tornare nel proprio Paese perché teme di subire persecuzioni o teme per la propria vita. Purtroppo oggi ci sono milioni di profughi il cui status giuridico di rifugiato non è riconosciuto a causa delle tortuose pratiche burocratiche, dell’elevato numero di uomini, donne e bambini costrette a lasciare le loro case, delle difficili condizioni di accoglienza, ma soprattutto dell’impiego da parte della comunità internazionale di risorse limitate e insufficienti come denuncia Amnesty International.


Secondo stime recenti i profughi totali oggi sono circa 50 milioni, di questi l’86% viene ospitato da paesi poveri come Iran, Libano, Turchia, Kenya, Chad e solo il 14% viene accolto in Europa e negli Stati Uniti. 

Una delle più gravi crisi mondiali è quella della Siria: oltre quattro milioni di siriani hanno lasciato il loro paese; il 95 % di loro si trova in appena cinque paesi: Turchia, Libano, Giordania, Iraq ed Egitto. La comunità internazionale non ha fornito mezzi e strumenti adeguati e la situazione è talmente disperata che alcuni dei paesi confinanti con la Siria hanno adottato misure estreme, compreso il diniego d'ingresso nei loro territori a persone disperate e il loro respingimento verso il conflitto.

Altra area colpita dalla crisi e dimenticata è quella dell'Africa sub-sahariana: qui vi sono oltre tre milioni di profughi. Lo scoppio dei conflitti in paesi quali il Sud Sudan e la Repubblica Centrafricana ha costretto un crescente numero di persone a fuggire dalla guerra e dalla persecuzione. I conflitti e le crisi in questa regione hanno provocato un afflusso di profughi negli stati confinanti, molti dei quali già ospitano profughi provenienti da vari paesi tra cui Somalia, Sudan, Eritrea ed Etiopia. In alcuni casi, come in quelli del Sud Sudan e del Sudan, i profughi sono ospitati da paesi che sono a loro volta sconvolti da un conflitto. La crisi dei profughi in Africa riceve poca se non nulla attenzione nei vertici politici internazionali.

Di fronte a queste ed altre emergenze Amnesty International ha presentato una proposta per  rafforzare il sistema della protezione dei profughi e ha sollecitato  gli stati a impegnarsi concretamente al rispetto dei loro obblighi  giuridici e a battersi per una condivisione internazionale delle  responsabilità. Tra le azioni che Amnesty International chiede ai governi di intraprendere, vi è la richiesta di creare un fondo che possa fornire sostegno finanziario ai paesi che ospitano grandi numeri di profughi; la ratifica globale della Convenzione delle Nazioni Unite sullo status di rifugiato; lo sviluppo di procedure nazionali eque per esaminare le richieste di asilo e garantire che i rifugiati abbiano accesso ai servizi di base, quali l'assistenza sanitaria e l'istruzione.

Di fronte ad un fenomeno di tali dimensioni non si può rimanere indifferenti né chiudersi anacronisticamente su posizioni dominate dalla paura irrazionale dello straniero, ma come ricorda uno dei pensatori più influenti del mondo, Zygmunt Bauman:


Zygmunt Bauman
"Siamo chiamati a unire e non a dividere. Qualunque sia il prezzo della solidarietà con le vittime […] qualunque sia il prezzo dei sacrifici che dovremo pagare nell’immediato, a lungo termine, la solidarietà rimane l’unica via possibile per dare una forma realistica alla speranza di arginare futuri disastri e di non peggiorare la catastrofe in corso".

19 giugno 2015

Malala: "un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo"


11 giugno 2015

Riunione con concerto!

Giovedì 11 giugno ci troviamo allo SMART Lab per la riunione di gruppo. La stessa sera, a partire dalle 19, lo SMART ospita un concerto di musica Irish-folk, preceduto da apericena.

Tripla opportunità quindi: fantastico aperitivo, ottima musica, e possibilità di conoscere meglio Amnesty e di fare qualcosa di concreto per la difesa dei diritti umani.

Potrete firmare il nostri appelli per la difesa della libertà di espressione in Bahrein, dove si finisce in prigione per un tweet, e per chiedere all'Uzbekistan di liberare Muhammad Bekzhanov e di indagare sulle torture da lui subite.



Apericena Smart di Rovereto:-D(Con raccolta firme per i diritti umani!)
Posted by Amnesty Rovereto e Alto Garda on Thursday, June 11, 2015

10 giugno 2015

Dossier Libertà Controllata

Polizia, potere politico e movimenti per i diritti umani e civili (1945-2000)

di Andrea Maori
edizioni Reality Book by AGP srl 2012 – Roma


Il libro di Andrea Maori è un’importante testimonianza storica dei movimenti, delle associazioni, delle organizzazioni, sorte in Italia già nell’immediato dopoguerra, che hanno lottato per l’affermazione e la diffusione dei diritti umani e civili nel nostro paese.

Il materiale che documenta le attività, le modalità organizzative, le caratteristiche di tali movimenti è per lo più quello fornito dalle relazioni di polizia, inviate al Ministero dell’Interno, le note, i telex, su tali movimenti/associazioni, compresa Amnesty International: l’Archivio Centrale dello Stato contiene interessanti informazioni da parte degli organi di polizia che, soprattutto negli anni di poco successivi al Fascismo, ma non solo, hanno controllato, vigilato e schedato personaggi e organizzazioni ritenuti scomodi o pericolosi o semplicemente da monitorare.  Tali movimenti, nati spontaneamente e informali, spesso non hanno lasciato tracce significative di documentazione archivistica propria; per questo le relazioni di funzionari di questure e/o prefetture su assemblee, manifestazioni, volantini, rivendicazioni sono a volte l’unica testimonianza diretta dell’attività e delle modalità organizzative dei comitati, delle leghe, delle associazioni sorte a partire dal 1946.
Andrea Maori

Come sottolinea nella Prefazione Antonio Marchesi, Presidente della sezione italiana di Amnesty International, i gruppi di Amnesty in Italia furono visti dalle autorità italiane come una “strana creatura”; Amnesty infatti, si legge nei documenti d’archivio, “ha posizioni autonomiste nei confronti dei partiti e delle organizzazioni sindacali” e “si limita alla raccolta di firme”.


Antonio Marchesi
Pur essendo molto diversi tra loro tutti i movimenti hanno avuto in comune la lotta per i diritti umani e civili: dal diritto di libertà religiosa (le religioni acattoliche per molti anni furono discriminate e ostacolate), all’affermazione del diritto all’esonero dall’ora di religione nelle scuole e più in generale alla lotta per la laicità dello stato; dal diritto di poter divorziare (movimenti divorzisti sorgono già nel 1946, né mancarono gruppi di sacerdoti censurati dalle autorità diocesane perché a favore del divorzio) a quello di poter obiettare al servizio militare (non poche furono le persone che pagarono con il carcere la loro scelta non violenta e antimilitarista per motivi politici o religiosi); dal diritto di poter usare mezzi contraccettivi (l’articolo 553 del codice penale ne vietava l’uso) al diritto all’aborto; dai diritti delle persone Lgbt alla lotta contro la tortura ed i maltrattamenti nelle carceri italiane.

Il libro di Maori offre quindi un’ampissima panoramica e un quadro generale su uno spaccato del vissuto di chi ha lottato e lotta per la diffusione della cultura dei diritti umani nel nostro paese con testimonianze inedite e particolari che stupiscono il lettore. Da leggere.

6 giugno 2015

Verona Pride!

Anche il gruppo Amnesty di Rovereto e Alto Garda sarà assieme alla comunità Lgbti al Verona Pride, primo appuntamento dell'onda Pride 2015!

Il ritrovo è per sabato 6 giugno alle 15.45 in Piazza Santa Toscana, a Verona; il corteo partirà alle 17.00 e arriverà ai Bastioni in via Città di Nimes alle 18.45.

All’arrivo del corteo sarà presente un banchetto con i volontari di Amnesty, dove si potrà sottoscrivere un appello in favore del matrimonio egualitario, per l'estensione del matrimonio civile anche alle coppie dello stesso sesso.

Sarà anche possibile acquistare le mitiche pastiglie Leone in una confezione mista con i colori dell’arcobaleno e di Amnesty.

Infine una grande festa in serata, dalle 18.45 fino alle 2.00 con il “Verona Pride Party”!

Ospite d’onore del Verona Pride sarà Stuart Milk, consigliere per i diritti civili di Barack Obama, mentre Ivana Spagna sarà la madrina della manifestazione.

Altre info sul sito del Verona Pride e su Facebook.
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