21 marzo 2017

Quanto vale la libertà dei cittadini?

Amnesty International Italia, in collaborazione con la Compagnia dell’Attimo e con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Rovereto, propone due giorni di eventi, tra cinema e teatro civile, dedicati ai temi della sicurezza, della privacy e dei diritti umani.

Il 21 marzo verrà proiettato il film “Snowden” di Oliver Stone. La proiezione sarà preceduta da un dibattito al quale interverranno Riccardo Noury, portavoce nazionale di Amnesty International Italia, Giovanni Ziccardi, professore di Informatica Giuridica presso l’Università di Milano, e Piero Chiaro, magistrato roveretano in pensione. 

L’appuntamento è per le ore 20.30 presso lo SMARTLab di Rovereto (TN), in Viale Trento 47.

Amnesty International continua a sollecitare le autorità statunitensi a concedere la grazia a Edward Snowden, che dal 2013 si trova in un precario esilio in Russia per aver rivelato il sistema di sorveglianza illegale e di massa dell’Agenzia Usa per la sicurezza nazionale. 

“Il lavoro di Snowden dovrebbe essere apprezzato, negli Usa e altrove, perché ha reso possibile conoscere la dimensione, sproporzionata e indiscriminata, della sorveglianza illegale cui sono stati sottoposti milioni di persone e anche la stessa Amnesty International. E invece, se tornasse o fosse rinviato negli Usa, Snowden potrebbe subire una condanna molto lunga. Per questo continuiamo a chiedere la grazia, rammaricandoci per la mancata concessione da parte dell’ex presidente Obama”, ha dichiarato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International.

Il giorno seguente, 22 marzo, alle ore 20.30, sempre allo SMARTLab di Rovereto (TN), in Viale Trento 47, sarà la volta dello spettacolo teatrale “Il Patriota” di Charles A. Duncombe, opera che ha ottenuto il prestigioso riconoscimento “Mario Fratti Award” negli USA, per i fondamentali contenuti di valore civile. Lo spettacolo è portato in scena dalla Compagnia dell’Attimo, per la regia di Mariangela Nuvoli, ed è interpretato da Fabio Chiaro e Arianna Grossi.
Amnesty International Italia ha deciso di patrocinare lo spettacolo “per la sua capacità di mettere in evidenza quei meccanismi di persuasione sul singolo individuo che possono portare alla negazione di molteplici diritti umani nel nome del mito della sicurezza”.

In occasione degli spettacoli, sarà presente una delegazione di Amnesty International, Gruppo di Rovereto e Alto Garda, che metterà a disposizione petizioni e materiale informativo sulle campagne dell’organizzazione per i diritti umani.

Verranno inoltre allestiti due ulteriori punti informativi il giorno 18 marzo, in Piazza Loreto a Rovereto, con orario 10.00-18.00 ed il giorno 19 marzo, presso lo SMARTLab di Rovereto con orario 14:00-20:00.

10 marzo 2017

PER LE DONNE CHE HANNO CORAGGIO

Amnesty International al fianco delle donne che difendono i diritti umani

Bibata Ouedraogo, Su Changlang, Eren Keskin, Máxima Acuña, Helen Knott sono tutte difensore dei diritti umani che hanno deciso di dedicare la propria vita alla battaglia quotidiana per la realizzazione dei diritti umani di tutte e tutti noi.



In Burkina Faso, nella Repubblica Popolare Cinese, in Turchia, in Perù e in Canada, queste donne coraggiose, vengono minacciate, vessate, insultate, umiliate, censurate, marginalizzate, picchiate, imprigionate, perseguitate penalmente per il loro lavoro in difesa dei diritti umani; per aver sfidato gli stereotipi di genere, le strutture del potere e del profitto, le norme sociali e i valori patriarcali, religiosi e tradizionali; per aver rivendicato i diritti sessuali e riproduttivi e i diritti ambientali e dei popoli nativi.

Loro difendono i nostri diritti, noi dobbiamo difendere il loro spazio d’azione, contribuendo a creare un ambiente sicuro e idoneo in cui sia possibile difendere e promuovere i diritti umani senza timore di punizioni, rappresaglie o intimidazioni.

Perché non ci siano altre donne che muoiono per aver difeso i diritti umani - come la coraggiosa Berta Càceres, uccisa il 3 marzo 2016 per il suo lavoro in difesa della terra e dei diritti della comunità nativa in Honduras - chiediamo che il Governo italiano riconosca il ruolo di coloro che difendono i diritti umani e in particolare quello delle donne, che spesso affrontano rischi aggiuntivi sia per il loro genere che per i diritti contestati che rivendicano. Inoltre, chiediamo che il nostro Governo si adoperi, sia attraverso le sue missioni all’estero che sul nostro territorio, con azioni concrete a favore delle difensore a rischio, legittimandole, proteggendole e promuovendo il loro lavoro in Italia e all’estero.

L’appello al Governo italiano per le “donne che hanno coraggio” verrà presentato dagli attivisti del gruppo Amnesty di Rovereto e Alto Garda

venerdì 10 marzo alle 21 ad Arco presso il Centro Giovani Cantiere 26

in occasione dello spettacolo teatrale

TI LASCIO PERCHÉ HO FINITO L’OSSITOCINA”, di e con Giulia Cont, per la regia di Francesca Lo Bue.

Oltre a firmare l’appello (disponibile anche online), il pubblico potrà realizzare degli origami a forma di fiore dedicati alle cinque difensore dei diritti umani. Abbiamo deciso di dedicare loro un fiore che le rappresenti, simbolo del coraggio di cinque donne e di cinque diritti violati.

Altromercato e Amnesty International Italia insieme per i diritti delle donne

In occasione dell’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna, Altromercato – la maggiore organizzazione del Commercio Equo e Solidale in Italia  – e Amnesty International Italia – sezione italiana dell’organizzazione internazionale che lotta contro le ingiustizie e in difesa dei diritti umani nel mondo – si uniscono per parlare insieme di diritti delle donne a tutte le latitudini, con tante iniziative su tutto il territorio nazionale.

Altromercato e Amnesty International Italia – che da sempre condividono l’impegno per garantire diritti e dignità a tutte le persone, in tutto il mondo – lavoreranno insieme perché le donne di ogni cultura e di ogni religione abbiano gli stessi diritti e la stessa libertà, nell’ambito della campagna sociale di Altromercato “Insieme creiamo un altro vivere”, che da un anno ha l’obiettivo di occuparsi dei temi più urgenti e attuali.

Il gruppo di Rovereto e Alto Garda di Amnesty Italia parteciperà a due degli appuntamenti della campagna organizzati da Mandacarù - Altromercato sul territorio trentino: 
  • 10 marzo ore 20.30 presso il Teatro dell’Oratorio in via Battisti, 2 a Mori;
  • 17 marzo ore 20.30 presso Le Arti di Artemisia in via delle Monache, 6 ad Arco.
Gli attivisti del gruppo promuoveranno un’azione in favore di cinque donne che difendono i diritti umani, chiedendo ai governi, incluso quello italiano, di riconoscere i particolari rischi che affrontano queste donne e di contribuire ad assicurare loro la protezione di cui hanno bisogno, contro le minacce e la violenza basate sul genere che possono incontrare durante il loro lavoro.

Insieme all’appello da firmare anche online sarà possibile realizzare un origami simbolo dell’azione in favore delle cinque donne che difendono i diritti umani.


1 marzo 2017

EDU al Marconi di Rovereto

Su invito della prof. Tiffani Tarchioni, una delegazione di attivisti di Amnesty International Italia - Gruppo di Rovereto e Alto Garda, si è recata lo scorso 13 febbraio (con un’appendice il 1 marzo) presso la classe IIF dell’ITIS Marconi di Rovereto, per sensibilizzare gli studenti sul tema della pena di morte.

La classe aveva già svolto un lavoro nelle settimane precedenti, quindi si è cercato di “mettere a frutto” e di tirare le fila di quanto già fatto. Per coinvolgere gli alunni si è utilizzato un gioco di ruolo. Gli studenti sono stati suddivisi in gruppi:
  • sostenitori dell’abolizione della pena di morte;
  • sostenitori della pena di morte;
  • condannati a morte;
  • parenti delle vittime;
  • giuria.

Gli studenti dovevano esaminare e “giudicare” il caso reale di Napoleon Beazley, un ragazzo afro-americano, messo a morte in Texas il 28 maggio 2002 per un omicidio commesso quando aveva 17 anni e giudicato da una giuria composta da soli bianchi.
Per vivacizzare il gioco si è simulato un “processo”, in cui i sostenitori della pena di morte ed abolizionisti svolgevano rispettivamente i ruoli di accusa e difesa.

La partecipazione è stata vivace e coinvolgente e gli studenti, anche a seguito di alcuni spunti degli attivisti di Amnesty, si sono appassionati ed hanno approfondito sia vari aspetti del caso (la razza dell’imputato, la giovane età, la sua capacità di intendere e volere, il suo percorso di crescita dopo la la condanna a morte e prima dell’esecuzione), sia - in generale - argomenti a favore o contro la pena di morte.

Il risultato di questo incontro non può che essere valutato positivamente, sia per la partecipazione e la passione dimostrata dagli studenti, sia per l’esito del processo. Dopo che i portavoce di tutti i gruppi hanno espresso le loro opinioni e si sono confrontati, la giuria ha stabilito – seppure a maggioranza – che “l’imputato” doveva essere liberato. Pur consci della gravità del reato commesso, i giudici hanno ritenuto che passare alcuni anni nel braccio della morte, costituisse una pena adeguata e sufficiente, anche in considerazione del fatto che l’angosciante attesa dell’esecuzione potesse considerarsi un “trattamento inumano e degradante” ai sensi delle Convenzioni internazionali contro la tortura.